Titolo: | «Pronto, Place Beauvau ? E’ per una segnalazione…» |
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Autori: | David Dufresne e Philippe Rivière, Valentin de Bruyn, Hans Lemuet e Maxime Zoffoli |
Data di creazione: | 25 gennaio 2019 |
Parole chiave: | #Francia #polizia #violenza #manifestazione #repressione #armi #collezione_cartografica |
Pubblicazione: | Mediapart, con il titolo « Allô, Place Beauvau? C’est pour un signalement » |
Fonti: | Censimento e analisi David Dufresne. |
Questa raccolta di carte mostra l’incremento, settimana dopo settimana, della violenza della polizia contro i Gilets jaunes. Dal novembre 2018, questi ultimi si mobilitano per denunciare il disprezzo della classe dirigente (guidata dal presidente Emmanuel Macron), l’aumento del costo della vita e delle tasse, e allo stesso tempo i servizi pubblici sono in via di smantellamento.
Grazie al suo insolito modus operandi (occupazione di rotonde e manifestazioni settimanali senza comunicazione del percorso previsto alla prefettura), questo inedito movimento sociale ha colto di sorpresa il governo. La brutalità della repressione è illustrata da un bilancio temporaneo, ma già disastroso, di centinaia di feriti - tra cui quasi venti mutilati, che hanno perso un occhio o una mano - e una persona deceduta a Marsiglia.
Tra i circa 80’000 poliziotti e gendarmi mobilitati, incoraggiati dal primo ministro Édouard Philippe ad impiegare la forza, non sona mancate le derive violente. Anzitutto poiché i loro autori potrebbero sentirsi coperti dal ministro degli Interni Christophe Castaner. Quest’ultimo, sfruttando le immagini di aggressione e di vandalismo causati da alcuni elementi che si sono scontrati con la polizia, è stato in grado di dipingere i manifestanti come «faziosi (...) venuti a uccidere», e ha invece scelto di ignorare le segnalazioni di violenze e di irregolarità commesse dal suo apparato repressivo.
Vessazioni, provocazioni, impiego di gas lacrimogeni - e soprattutto uso massiccio e indiscriminato del cosiddetto “non letale” LBD 40 (Lanceur de balles de défense, un’arma in dotazione alla polizia francese, che può essere caricata con proiettili in caucciù, lacrimogeni, ecc.), un’arma spesso usata senza discernimento contro manifestanti pacifici, medici volontario semplici passanti -, hanno causato una serie di sconvolgenti incidenti, a volte con conseguenze tragiche, trasmessi sui social network da centinaia di osservatori (manifestanti, giornalisti, passanti, ecc.) che filmano in diretta l’azione con il proprio cellulare.
David Dufresne, giornalista freelance, ha raccolto e selezionato questi video e informazioni attraverso il proprio conto Twitter e ha pubblicato una banca dati degli incidenti su Mediapart, cercando di classificarli (per tipo di danno causato, tipo di arma, ecc.) per cercare di capire come si sia potuto arrivare fino a questo punto.
Il potere, che inizia solo ora, alla fine di gennaio, ad ammettere a denti stretti qualche disfunzione, ha la responsabilità politica del fallimento del cosiddetto «mantenimento dell’ordine pubblico alla francese», un supposto «modello» che oramai è andato in frantumi. Un buon argomento per il «grande dibattito», orchestrato dal Presidente Macron.
Approccio cartografico
Fin dall’inizio, l’idea è stata di utilizzare un sistema di raccolta di carte seguendo l’ordine cronologico degli «atti» del movimento (la manifestazione settimanale che avviene ogni sabato), per rappresentare le dinamiche del soggetto.
L’Atto IV, avvenuto l’8 dicembre 2018, che ha trasformato gli Champs-Élysées in un campo di battaglia, ha certamente scosso il potere, ma ha anche causato una rottura traumatica a molti dimostranti, per molti dei quali era la prima manifestazione a cui partecipavano. La carta corrispondente a questa data mostra chiaramente l’impressionante aumento delle segnalazioni a Parigi e dintorni. È facile notare che abusi simili si sono verificati allo stesso tempo su tutto il territorio francese.
La raccolta di dati mette così in evidenza una narrazione supportata da una scelta di citazioni che danno una visione d’insieme del contesto politico: la drammatizzazione del confronto da parte del Ministro dell’Interno, il paternalismo del Presidente, una dimostrazione di fermezza del Primo Ministro, e infine la negazione della violenza causata dalle istruzioni ai prefetti.
L’aspetto visivo di questa raccolta, volutamente minimalista, o anche brutalista per la scelta grafica del giallo su fondo nero (i colori più contrastanti disponibili), richiama tuttavia il suo ruolo di strumento. Sul sito, ogni piccola carta conduce ad una pagina dedicata all’Atto in questione, con una mappa di formato più grande che permette a tutti di vedere esattamente quello che è successo in una determinata città, ad ogni evento.
Infine, va notato che la raccolta delle carte, come le altre visualizzazioni del progetto, è aggiornata automaticamente man mano che nuove segnalazioni vengono aggiunte al database.
↬ Philippe Rivière